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Visualizzazione dei post da settembre, 2024

TALES OF THE CITY - I RACCONTI DI SAN FRANCISCO di Armistead Maupin

Un libro che dovrebbe essere letto in tutte le scuole per il suo potenziale storico e sociale: la tematica omosessuale e le tematiche LGBTQIA+ sono trattate con rara sensibilità e accostati ad una storia di affermazione femminista della giovane protagonista Mary Anne. Uscito prima a puntate su alcune testate americane, nel 1978, Armistead Maupin riesce a pubblicarlo e a conquistare un folto pubblico: "Tales of the city" diventerà, ben presto, un classico intramontabile della letteratura americana con successivi e inevitabili seguiti, serie televisive e serie omaggio nelle tv a pagamento. Mary Ann scappa dalla sua prevedibile e soffocante vita della sua città natale, Cleveland, nella east cost americana, per approdare nella vitale e accesa San Francisco della west coast americana: un cambio radicale, repentino, ma necessario per ritrovare la sua dimensione di donna. Rispondendo all'annuncio di un giornale e alla disperata ricerca di casa, dopo essere stata ospitata da l

BORDERLANDS

Partendo dal presupposto che ogni film in cui reciti Cate Blanchett debba essere visto, dopo Meryl Streep è una delle più brave attrici in lingua inglese esistenti, e superando lo stereotipo della mediocrità dei film tratto da videogiochi, allora si può vedere serenamente questa baracconata trash. Dotato di una trama abbastanza esile e risaputa di una mercenaria, Lilith, assoldata per "salvare" la giovane figlia ribelle, Tina, di un ricco magnate, Borderline parte in modo scanzonato e ridicolo con un ritmo sincopato da videoclip, senza avere il tempo di approfondire le psicologie dei suoi personaggi: i personaggi secondari sono delle figurine sbiadite e poco interessanti rispetto, a quello più curato, di Lilith, prevedibilmente, un'eroina per caso dal passato traumatico e dimenticato: anche questo risulta poco originale, basta ricordarsi predecessori come "Guerre stellari" di George Lucas da cui cita, attinge e copia molte motivazioni dei personaggi e molte sequ

TRAP

M. Night Shyamalan abbandona per un po' il genere fantasy per cimentarsi nel thriller, ma con il suo consueto stile e con uno spunto originale di partenza  terribile, ma accattivante. Cooper, un serial killer efferato, un Josh Harnett perfetto e inquietante, si trova incastrato dalla polizia, con la figlia adolescente, in un concerto di della cantante Lady Raven all'interno di uno stadio. Il problema è che si è davanti un genio del male capace di eludere ogni tipo di sorveglianza. La narrazione si dipana con una tensione crescente, esclusivamente dal punto di vista del serial killer, che smonta, abilmente, i tentativi di cattura della polizia con continui diversivi: grazie a questo artificio narrativo, cioè spostare la tensione ad una fuga più complicata e difficile da attuare, si arriva quasi alla fine del film, ma un nuovo colpo di scena sposterá lo scenario nella casa del killer.  Se da una parte si può accettare di avere una polizia e uno staff dise

A QUIET PLACE - DAY ONE

Siamo dalle parti dello Spin Off e del prequel in questo horror che vanta predecessori di successo nelle più celebri piattaforme a pagamento.  La saga di questi alieni ciechi, ma dal finissimo udito, invasori del pianeta terra senza una reale motivazione, sarebbe bello che qualche sceneggiatore approfondisse questo lato, continua con due protagonisti in un'inusuale commistione.  La protagonista nera, Samira, sta terminando i suoi ultimi giorni di vita in un hospice  di New York, insieme al suo inseparabile gatto Frodo. Desidera molto mangiare della pizza decente per cui si fa convincere dall'infermiere di turno a seguirla in uno spettacolo di marionette, solo che poi dovrà vedersela con degli efferati alieni invasori. Già vedere questo spunto così originale e poco frequentato dal cinema di genere desta un grande interesse se poi, abilmente, un personaggio chiuso, egoista per via del suo cancro,  viene costretto ad affrontare uno scenario apocalittico per sopravvivere a quello c

ALIEN ROMULUS

Una sorta di spin off della trilogia di Alien con l'indiscussa e inimitabile protagonista, Sigournie Weaver, recentemente premiata alla carriera al festival di Venezia. Il film narra del solito gruppo di sprovveduti minatori: sfruttati dalla compagnia mineraria nello sperduto pianeta LV 410 cercano l'opportunità di scappare per un pianeta migliore. Per il viaggio hanno bisogno delle capsule criogeniche individuate in una vicina stazione spaziale abbandonata; come è prevedibile incontreranno la specie ostile e distruttiva degli Alien non rendendosi conto di cadere dalla padella alla brace! Rivediamo l'androide, interpretato dal clone digitale del defunto attore Ian Olm, nel ruolo di Rook, un uffiale scientifico dalle deliranti idee di creazione dell'essere umano perfetto come un Dio. Un omaggio/citazione del primissimo Alien che può un po' incuriosire, ma quello che lascia perplessi è una sceneggiatura prevedibile e priva di reali picchi di tensione. Quello che manc

BEETLEJUICE BEETLEJUICE

Tim Burton riesuma uno dei suoi personaggi più riusciti, Beetlejuice, un diavoletto porcello, forse per accontentare il suo folto pubblico, oppure, a causa di una crisi creativa annunciata? Il bellissimo universo di questo regista, che va dal registro comico/grottesco e a quello macabro, in "Beettlejuice Beetlejuice" prende corpo in tutto il suo splendore come marchio di fabbrica ben collaudato che caratterizza ogni suo film ed ogni suo personaggio.  La storia è ambientata nella solita cittadina della provincia americana del primo Beetlejuice, con la stessa casa infestata e i sui personaggi dark e fuori dal comune: Winona Rider, che non sembra invecchiata affatto dalla precedente pellicola, è diventata una medium all'ultimo "grido" di un programma televisivo di successo con una figlia, l'attrice Jenna Ortega, già vista nell'ennesimo horror, Scream, e nella serie spin off di successo netflix, Mercoledì, che non crede ai suoi poteri

BUSSANO ALLA PORTA

 Il regista di origini indiane M. Night Shyamalan ci regala un ulteriore e confermativo tassello del suo cinema fantastico riproponendo le sue atmosfere inquientanti e apocalittiche di un mondo che si sta autodistruggendo.  Riprendendo i temi dei film "Sign" e "Il Sesto senso", in questa pellicola, sviluppa un argomento di per sè spinoso e coinvolge una famiglia omogenitoriale, di due uomini, che hanno adottato una bambina asiatica. La narrazione diventa, ben presto, escatologica, rappresentativa e complessa: il discorso sulla fine dei tempi contenuto nei vangeli sinottici di Matteo, Marco e Luca viene scandita dall'arrivo di quattro loschi individui, visionari, catapultati nella vita di questa famiglia composta da due genitori, Eric e Andrew, e dalla loro amata figlia Wen. La narrazione si fa strada inculcando il dubbio tra i personaggi; si fa un discorso serio sulla fede, credere o non credere: una lotta  continua tra il razionalismo e l'ateismo di Andrew

UN'ISOLA PER CAMBIARE (Faraway)

Una donna in crisi, Zeynep, non considerata dalla sua famiglia, tradita dal marito che ha un flirt con la sua nuova cuoca del ristorante turco di famiglia, scopre, dopo il funerale della madre, di essere l'erede di una casa in un isola Croata, Luc. Queste situazioni innescano, così, la sua partenza per un lungo viaggio, una fuga vera e propria, in cui non mancheranno sorprese.  Lo schema collaudato della donna in cerca di riscatto, da una vita asfittica e vuota, viene utilizzato con maestria, in questo racconto sentimentale e comico, permeato dallo spessore psicologico del personaggio femminile di Zeynep, la bravissima Naomi Krauss, capace, con un solo sguardo, di catturare lo spettatore. Non è solo merito della sua interpretazione se la coppia "mal assortita"  riesce a stregare nel racconto, ma anche del grandissimo attore croato, Goran Bogdan, già visto nel drammatico film, Otac; e nella serie, Fargo, che interpreta Josip, un rustico e terragno isolano: tra i due  si in