LA SIRENETTA - la Disney con il live action di una favola antica sforna un capolavoro dal successo mondiale!
Quando la disney annunciò di voler fare il remake "live action" della Sirenettà è avrebbe utilizzato, Halle Bailey, una nota cantante afroamenricana, i social gridarono allo scandalo: si sarebbe tradita la favola originale in cui i personaggi di Hans Christian Andersen erano sicuramente bianchi e scandinavi. Queste polemiche inutili, con la visione del film, svaniscono come la schiuma del mare del racconto scritto e, fortunatamente, come il tristissimo finale dello scrittore.
La Disney, da sempre, con le sue opere multiculturali, ha una mission precisa: abbattere i pregiudizi, trasmettere messaggi educativi ai bambini e valori di uguaglianza e fraternità. Quello che poteva diventare un pesante fardello sul successo di questa costosissima pellicola, invece, è diventato il primo punto di forza del film. La scelta di cambiare le origini del personaggio principale femminile si rivela essere la scelta più giusta per mettersi a passo con questo periodo storico controverso fatto di immigrazioni e traffici umani.
Un'altra premessa va fatta, assolutamente, sulla scelta della nostra amatissima Sardegna e delle spiagge sarde scelte da questa notissima casa di produzione: gli esterni girati nell'isola, regione, italiana, sono funzionali all'isola descritta nel film dalle influenze caraibiche. Non è solo un onore per l'Italia, ma anche un rilancio turistico per una regione continuamente penalizzata dalla continuità territoriale e dalle infrastrutture di mobilità deficitarie e mai potenziate a sufficienza. Rena Majore nel comune di Aglientu, dove Ariel salva il principe dal naufragio, Montirussu, Cala Moresca, Castelsardo e Golfo Degli Aranci si riconoscono, orgogliosamente, nei pesaggi del film con l'aggiunta di qualche palma computerizzata qua e là.
I precedenti live action della disney avevano dato dei buoni risultati in passato, ricordiamo il Re leone e Aladdin, ma a parte una scolastica e professionale messa in scena non ci sono stati grandi guizzi narrativi: il pericolo era dietro l'angolo perchè utilizzare una storia così potente e rappresentativa, con una colonna sonora di Alan Menken, capolavoro riconosciuto, poteva dare risultati deludenti.
Per prima cosa è ottimo il lavoro dello sceneggiatore, David Magee, già autore del film "Vita di Pi": crea infatti dei raccordi e dei passaggi narrativi capaci di rendere più plausibile un racconto e sacrificando delle scene del cartone che avrebbero appesantito il racconto. Rendere le psicologie dei due personaggi principali avventurose e alla ricerca, non solo dell'amore, ma anche delle ricchezze del mondo aggiunge spessore ai personaggi monocorde del cartone animato.
Il cambio di alcune ambientazioni, come la scena ballereccia del mercato e la scena della biblioteca arricchiscono positivamente la narrazione.
Le scene, uniche e innovative, acquatiche computerizzate sono una gioia per gli occhi perchè grazie alle nuove tecnologie digitali, la tecnica dry-for-wet su un blue screen con imbracature e corde varie, i personaggi interagiscono con gli sfondi e i pesci marini, mantenendo la loro espressività e loro movimenti fluttuanti: non sono affatto appesantiti nella recitazione.
Halle Bailey dimostra di essere la perfetta erede di Ariel, personaggio disney scolpito nell'immaginario collettivo: non solo incarna una sirenetta, non ingenua, ma quasi obbligata ad accettare un patto mortale, ma si rivela essere una bravissima cantante, questo sarà stato uno dei motivi della sua scelta, da un colore di voce veramente originale.
Nel ruolo della cattiva ritorniamo a vedere una sorprendente Melissa McCarthy. Quest'attrice ingaggiata in passato dalla disney per interpretare personaggi buoni, svampiti, imbranati ci spiazza con una cattiva, Ursula, piena di rabbia, invidia e odio.
E come non parlare del principe Erik, Jonah Hauer-King, che sembra una fotocopia in carne e ossa dell'originale cartone, spaesato e ossessionato, nel suo ruolo. Ma quello che è un valore aggiunto in questa riduzione cinematografica, perchè chiamarlo remake o live action è limitativo, è il cantante Mahmood che doppia Sabastian, il granchio con dei brani riarrangiati magistrali come "In fondo al Mar" e il più romantico e il più riuscito del film "Baciala!", capace di far stare a bocca aperta e far sorridere allo
Infine il magnifico, multietnico, finale aperto segna la vittoria del pregiudizio iniziale su un film che si può considerare un'eccellenza produttiva in ogni suo singolo elemento portato alla perfezione coronato già da incassi stratosferici: forse un capolavoro.
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