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SWEET TOOTH

Arrivata alla terza  e con conclusiva stagione, Sweet Tooth, mostra finalmente un epilogo fantastico, surreale, foriero di un futuro in cui l'uomo arriverà all'autodistruzione. Madre natura si ribellerà è chiederà il conto all'umanità e a poco serviranno macchinazioni criminali dell'uomo per prevalere su altre specie.


Protagonista assoluto della serie è il ragazzo cervo ibrido, l'attore Christian Convery, nel ruolo di Gus: la carta vincente di questa storia ambientalista, ecologista, supportato dal suo totale opposto, l'attore  inglese di origini africane,  Nonso Anozie e un cast interessante e multietnico.

Se si vuole trovare un difetto, che spesso hanno questo tipo di operazioni televisive, è quello di essere troppo didascalisco e, quindi, rindondante in alcuni punti, ma superato questo piccolo ostacolo, si apprezza una narrazione avvincente capace di mantenere l'interesse dello spettatore dal primo all'ultimo episodio.

Se questi argomenti vengono trattati, così spesso, dalla cinematografia contemporanea, è perchè l'uomo, in senso ampio, riferito ai grandi poteri sta distruggendo il pianeta terra a causa di interessi legati al potere, al denaro e al benessere fregandosene delle conseguenze, come il riscaldamento globale, per esempio, responsabile dei cambiamenti climatici, delle desertificazioni, delle allucioni ed esondazioni. 


"Sweet Tooth" utilizza, appunto, la metafora per lanciare dei messaggi alle giovani generazioni con intelligenza e arguzia: in questa terza serie sono estremamente significativi i passaggi della narrazione in cui un gruppo di anziani rifugiato in un casinò rifiuta di foraggiare la spedizione salvifica della compagnia di umani e ibridi e, non meno, il sangue versato dell'albero sacro fulcro narrativo della terza serie, testimonianza che gli ibridi non sono il male, ma la salvezza dell'umanità e dell' evoluzione: l'etologo Konrad Lorenz avrebbe, sicuramente, esultato di fronte ad un messaggio così forte e "all'imprinting" tra Gus e Jepperd, uomo Grande, e, infine, davanti al potere divulgativo della storia tramandata dai racconti dei più saggi e anziani.


Da vedere in famiglia e nelle scuole, seguito da un'attenta riflessione sugli argomenti trattati.

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