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Atlas

Nell'epoca dell'intelligenza artificiale che si sostituisce all'uomo, in modo talvolta pericoloso, ecco arrivare questo film di fantascienza sci-fi: "Atlas"si inserisce nel filone del Kubrickiano 2001 odissea dello spazio, senza averne la profonditá dei dialoghi con Hal 9000, e AI, artificial intelligence di Steven Spielberg, senza la dimensione da favola. 

La protagonista è l'attrice, cantante, Jennifer Lopez, qui nel ruolo anche di produttrice: é un piacere rivederla interpretare la scienziata Atlas Shepherd, la protagonista, che ha un trauma pregresso da risolvere con l'AI, ma diventa l'eroina inconsapevole in lotta con il robot ribelle e distruttore Harlan.

Le armature ultra tecnologiche del racconto devono molto al film Alien 2, a cui sono ispirate, e ad allo stesso "Avatar" di James Cameron: non a caso l'eroina della trilogia aliena era una donna, Ripley, ma il personaggio femminile, qui, mostra moltissime fragilità e traumi irrisolti. 

La trama, ricca di azione e battaglie, è avvincente a partire dal viaggio interstellare fino all'esplorazione del pianeta ostile, in pieno stile Start Trek. 

Poco a poco diventa accattivante il rapporto che si instaura tra la ritrosa protagonista scienziata e l'intelligenza artificiale a lei assegnata e al suo servizio: nel tempo sviluppano fiducia l'uno nell'altra e diventando una cosa sola. 

Gli effetti speciali sono avvincenti, al servizio di una storia ben costruita con un personaggio femminile fragile, ma determinato, probabilmente adattato allo stile della Lopez. Il cattivo highlander, Abraham Popoola, cantante rapper imprestato al cinema e da menzionare, anche se le citazioni da Alien sono poco incisive. 

Un po' maltrattato dalla critica, Atlas si inserisce come una variazione sul tema AI, ma con una visione tutta al femminile additata, ingiustamente, da alcuni critici maschilisti. Non un capolavoro, ma godibile. 

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