E' proprio vero: è la narrazione originale di un film che ne fa in suo successo. Apparentemente questa miniserie potrebbe sembrare il solito film sul rapimento di un bambino: un argomento trito e ritrito affrontato troppe volte dal cinema contemporaneo, ma non è così.
Edgar, il bambino che scappa dai suoi genitori troppo occupati a litigare e a separarsi, scompare per diversi giorni e il padre, un burattinaio, fara un viaggio nei sua parte più oscura per capire dove il figlio possa essere finito.
La componente più originale della storia è proprio il personaggio del padre, un alcolizzato e drogato burattinaio televisivo, stile Muppet e il suo programma televisivo per bambini ambientato in una New York idilliaca degli anni 80. La realtà è ben più seria in quegli anni newyorkesi dove regna la miseria nei bassifondi della città e la discriminazione e il pregiudizio verso gli omosessuali: vivere doppie vite diventava una necessità, in questo caso, nel locale del film, il Lux, dove non sarà solo il giro di prostituzione di escort a destare scandalo.
Da una parte vediamo la decadenza di una città e di un padre, Vincent, interpretato dal magistrale Benedict Cumberbatch, alla ricerca di una riconciliazione con il figlio. Un fatto così drammatico, come la scomparsa di un figlio, lo obbliga ad ascoltare e cercare di risolvere l'enigma attraverso i suoi disegni.
Si mette, quindi, in contatto con il mostro disegnato dal bambino, in realtà la sua coscienza più profonda, con cui comincia a parlare: lo incarna in una redenzione possibile e un nuovo rapporto filiale da ricostruire poco a poco.
Dall'altra parte, invece, si intravedono le problematiche della comunità omosessuale che non può emergere in una società puritana e piena di pregiudizi, ma anche nell'ambito della polizia corrotta in cui l'investigatore, afroamericano, quindi doppiamente discriminato, non può rivelare di vivere con un uomo.
Il racconto non ha mai momenti di stanca: è sempre molto avvincente nel suo sviluppo, mostrando dei colpi di scena funzionali a rendere l'interesse sempre molto alto.
E' curioso rivedere l'attore, Dan Fogler, reduce dalla trilogia "Animali Fantastici" in un ruolo molto drammatico e senza alcuna redenzione e nel ruolo della madre di Edgar, Gaby Hoffmann, praticamente nata nei set cinematografici ed ora una matura attrice.
E' consigliabile vedere questa serie per la sua realizzazione d'alto livello con una regia asciutta, quasi classica, e una fotografia sgranata e funzionale, tenendo conto della serietà degli argomenti trattati che in questo periodo, il mese del Pride GLBTQIA+, vanno approfonditi per capire come eravamo e come siamo ora, per non perdere i diritti ottenuti con tanta fatica.
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