Ipocrisie familiari GLBT di destra
Peccato, peccato! La famiglia omogenitoriale non è più una famiglia per questo governo di destra. Dopo la faticosa vittoria della legge Cirinna nel 2016, con la negazione subdola della step adoption, e la distruzione ossessiva della legge Zan sulle discriminazioni, adesso si vogliono disintegrare le famiglie omogenitoriali con prole nata dopo le desiderate, sacrosante, unioni civili.
Un vuoto giuridico mascherato da pregiudizio cozza contro la "minaccia" verso la famiglia tradizionale: se un figlio nasce per fecondazione assistita da una famiglia sterile eterosessuale, uomo e donna, automaticamente è, per legge, di entrambi i genitori, anche di quello non biologico, ma potrebbero essere entrambi non biologici, basta andare all'estero, in Spagna o in Canada... Ma se sono due genitori, uomo e uomo, donna e donna no! Il genitore non biologico non è nulla e potrebbe diventare genitore dopo una lunga trafila giudiziaria.
Le vere vittime sono i bambini e le bambine che devono sopportare, chissà per quanto tempo, di avere un genitore di serie B: può prenderlo a scuola solo con una delega, può farlo curare solo con una delega! Questo ministro delle pari opportunità Roccella gongola pensando di non dare pari opportunità a tutti gli aventi diritto, anzi, tira fuori, ancora una volta, la storia dell'utero in affitto e dello sfruttamento delle donne dell'est in un volgare ripetersi di termini desueti. Da anni viene utilizzato il termine "Madre surrogata" contro la volgarità del far west procreativo; da anni ci sono donne in America e in altri paesi civili che portano avanti, tramite delle associazioni, gravidanze per famiglie omogenitoriali o famiglie eterogenitoriali e, sì, hanno anche un compenso perchè stare nove mesi in gravidanza non è una cosa semplice e cambia la vita: ma questo molti lo hanno dimenticato, soprattutto, chi ha avuto la fortuna di avere un figlio col concepimento tradizionale e se ne frega delle difficoltà delle altre famiglie italiane.
Se non si vuole "mercificare" sulla donna, allora perchè non permettere che una madre surrogata, una zia per esempio appartenente al nucleo familiare possa donare questa gioia. Quante donne sole vorrebbero condividere la gioia di un dono ad una famiglia piena di amore e diventare, in qualche modo, una madrina: sì, vi ricordate la madrina e il padrino nelle famiglie cristiane. Questa figura non accompagnava solo ai sacramenti, ma nella cultura italiana, dava un contributo al figlio prescelto, piccolo o grande che fosse.
Aspettiamo, quindi, i passi di questo governo Meloni, ma non mollando mai perchè i diritti glbt e della famiglia vanno rivendicati con forza e convinzione. Quel "cazzo" spontaneo tuonato da quella nota giornalista, Lucia Annunziata, di rai tre ci invita a non mollare mai, soprattutto, se è il pregiudizio travestito da conformismo ad opprimerci!
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