Questo Sanremo 2024 ci ha regalato i "tormentoni" musicali che ascolteremo nei prossimi mesi e forse la prossima estate.
La cinquina dei primi 5 classificati ha totalmente falciato artiste navigate come Fiorella Mannoia, Loredana Bertè, Diodato e Mahmood, quest'ultimo con uno dei pezzi più originali del festival che sta sbancando le classifiche in questi giorni. Se da una parte Geolier ha avuto tutta la corte di Napoli dalla sua parte per supportarlo, dall'altra Mahmood ha avuto il sostegno di tutta la Sardegna: basti pensare solo al fatto di aver portato, sul palco di Sanremo, il gruppo bifonico dei "Tenores di Bitti". Nella serata dedicata alle esibizioni libere vedere esibirsi un coro, di così alto livello, insieme a questo artista pop ha segnato il definitivo matrimonio artistico tra il canto corale e il pop generazionale.
Saranno le giurie di qualìtà o il pubblico da casa a decidere, ma in questo occasione si è verificato un tilt inspiegabile: vedere canzoni fotocopia come quella di Annalisa, Sinceramente, che ricalcano questo stile di scrittura fatto di ripetizioni di parole all'infinito, per fissare nella mente di chi ascolta il pezzo, a scapito di una melodia o di un canto più articolato, hanno "sinceramente" un po' stancato. Per non parlare della canzone di Irama, così piatta e lineare: non basta un cioldolo tra le mani per vincere.
Forse il vincitore morale del del settantaquattresimo festival di Sanremo, per l'originalità di un testo metaforico e pacifista, "Casa mia", che, al contrario di quello che ambasciatori di Israele e di leghisti censori, fa una riflessione importante sull'incapacità dell'essere umano di poter condividere la stessa terra, è proprio Ghali. La grande umiltà di questo ragazzo italiano, di origini tunisine, balzato nelle classifiche con tutti i suoi album, avrà fatto arricciare il naso a questo governo, soprattutto, quando ha dichiarato sul palco dell'Ariston, Stop al Genocidio! Una richiesta rivolta a tutte le vittime della guerra, israeliano o palestinesi che siano.
Quella di Angelina Mango con la canzone "La cumbia della noia" ha dietro una grande operazione di marketing in un pezzo, comunque, elegante e di grande livello: la sua vittoria vuole essere anche un omaggio al papà scomparso troppo presto, ma c'è da chiedersi se la sua vittoria sia un po' pilotata dai media e se certe polemiche durante il festival non abbiano danneggiato quelli che dovevano essere i veri vincitori. Ma sono anni che una donna non vinceva il festival così la palla al balzo è stata presa.
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