Un secondo capitolo più potente del primo con delle trovate narrative originali e inquietanti.
Il racconto inizia esattamente da dove era finito il precedente film, ma questa volta la vittima è Padre Noiret, arso vivo dal fuoco in una chiesa francese. Il vaticano, impaurito da questo e altri fatti inquietanti, contatta, ancora una volta, suor Irene che si affianca, in questo difficile compito di sconfiggere il male, di una novizia un po' ribelle, Suor Debra.
La trama si dipana come un giallo fino a lungo finale dai toni fortemente horror in cui prevale la componente femminile: in questo senso si ha di fronte un horror femminista in cui le fugure maschili non sono altro che contorni di poca importanza. Il tema della donna, spiritualmente più forte e preparata, rappresentà l'originalità di questa pellicola in fondo rivoluzionaria, migliore della precedente.
Non mancano effettacci, suspence, ma tutto è funzionale alla storia. Non è possibile dimenticare la scena dell'edicola, dove suor Irene ha il primo contatto con il demone persecutore Valak nelle sembianze ingannevoli di una consorella: una trovata che vale tutto il film non togliendo nulla al resto del racconto. Un crescendo di accadimenti, forse alcune volte prevedibili, ma mai banali nel loro manifestarsi.
Il finale che coinvolge la reliquia di Santa Lucia Martire è anch'esso di grande impatto e inneggia all'eucarestia dichiarandone la sua importanza: dalla rievocazione del corpo, ma soprattutto, al sangue di Cristo, come fondamentale, benefico e salvifico. Il male non deve e non potrà mai trionfare di fronte alla purezza spirituale di suor Irene e alla sua fede.
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