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È morta una delle più grandi scrittrici e intellettuali italiane: Michela Murgia.

Ci aveva preparati alla sua dipartita da tempo per non farci soffrire troppo, eppure un profondo senso di sconforto pervade nella mente dei suoi lettori perché la Murgia aveva grandi contenuti mostrati nei sui libri e nei suoi spettacoli teatrali, radiofonici sulle grandi donne della storia.
Nel suo ultimo libro, una sorta di testamento letterario, attraverso dei racconti, mostrava un sunto delle sue idee sull'amore, la politica, la civiltà con un'impronta marcatamente di sinistra. Proprio in "Tre Ciotole" viene descritta la sua malattia e come questa viene affrontata, tramite tre ciotole simboliche: tre elementi di cibo che rappresentano l'essenziale della sua vita e quello che dovrebbe essere essenziale per la gente comune: i bisogni principali non possono essere negati, come il bere, il mangiare e trovarsi un riparo. Così vediamo Michela Murgia gettarsi contro l'ultima crociata leghista a Ventimiglia in cui degli stranieri, riparatosi in un cimitero, vengono scacciati dal Sindaco Flavio Di Muro perché sconvenienti per l"immagine della cittadina. Se fosse vissuta ancora con le sue parole, le sue analisi oggettive avrebbe difeso i diritti dei più deboli. 
Una grande donna, Michela, candidatasi, coraggiosamente, alla regione Sardegna e con la ferma convinzione che la cultura poteva riscattare i giovani da uno stato di degrado sociale. Non fu però supportata abbastanza, forse anche perché rifiutò di accostarsi ai partiti di sinistra. Questa coraggiosa scrittrice piena di risorse, ha fatto moltissimi lavori prima di emergere, ci ha lasciato le sue opere da riscoprire come "Accabadora", "Chirù", "God Save de Queer", "Ave Mary" e molti altri libri di critica sociale. 
A soli 51 anni preziosi di vita, Michela Murgia, ci lascia, ma con un ultimo grande insegnamento: la famiglia non è una struttura rigida e tradizionale, ma in evoluzione, articolata in molteplici sfaccettature. Pur non essendo lesbica Michela viveva con una donna e il suo figlio adolescente dimostrando che l'amore non si incarna in dei ruoli precostituiti.
 Grazie Michela per tutti gli insegnamenti che ci hai dato, per averci aperto la mente, per averci fatto riflettere con le tue acute e puntuali osservazioni. Ci mancherai e mancherà una voce importante nella letteratura italiana.

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